Le basi cognitive del disturbo ossessivo-compulsivo

05:25 Redazione 0 Comments

Il disturbo ossessivo-compulsivo è caratterizzato da ossessioni, ossia pensieri egodistonici insistenti percepiti come disturbanti e intrusivi, e da compulsioni, cioè azioni (anche mentali) fortemente ritualizzate e ripetitive. Ma qual è il meccanismo alla base di ossessioni e compulsioni? Essenzialmente lo scopo principale di questi comportamenti sarebbe quello di prevenire e in un certo senso alleviare l'ansia collegata a specifiche situazioni, giudicate in qualche modo pericolose. Secondo Salkovskis è fondamentale concentrarsi sul concetto di responsabilità per meglio comprendere il funzionamento del disturbo ossessivo-compulsivo (DOC). I soggetti DOC avrebbero infatti un elevato senso di responsabilità circa possibili danni nei confronti di altre persone, e la comparsa dei pensieri intrusivi giudicati inaccettabili sarebbe (secondo la loro personale interpretazione) proprio una diretta conseguenza di tale presunta responsabilità. Così, specifiche risposte esterne come le compulsioni e i cerimoniali avrebbero una funzione neutralizzante il senso stesso di responsabilità. Questo darebbe vita a un meccanismo a feedback, un circolo vizioso comune ad altri disturbi d'ansia e che tuttavia agirebbe negativamente e da fattore di mantenimento. Il quadro clinico è caratterizzato anche dalla presenza di altri pensieri automatici negativi e distorsioni cognitive. Spesso infatti si riscontra nei soggetti DOC la convinzione che il pensare deliberatamente a qualcosa equivalga a realizzarla, come se i pensieri avessero il potere di influenzare direttamente gli eventi e la realtà (cosiddetta fusione pensiero-azione). Altre assunzioni tipiche dei pazienti DOC riguardano: credenze circa la capacità di controllo totale del pensiero spontaneo, sottostima del pericolo, intolleranza delle incertezze, assoluto perfezionismo. E' chiaro quindi che lo scopo principale del trattamento è quello di modificare tali credenze disfunzionali.

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