Quali sono le abilità coinvolte nella scrittura? Come posso svilupparle in mio figlio?

08:10 Redazione 0 Comments


In Rubriche - Intervista alla terapista

Quali sono le abilità coinvolte nella scrittura? Come posso svilupparle in mio figlio?

La scrittura, intesa come l'atto di scrivere e non come la competenza ortografica, è un processo complesso che coinvolge abilità diverse; la grafia infatti, sia essa in stampato maiuscolo, minuscolo, o in corsivo è il risultato ultimo di una sinergia di fattori. Vediamo ora quali sono le competenze implicate in questo percorso.
Il primo prerequisito è la percezione visiva, ossia l'abilità di discriminare le forme (d'altronde cosa sono le lettere se non forme?), associarle, apprezzarne le caratteristiche e individuare le differenze; per migliorare la percezione si può ad esempio proporre attività di abbinamento di figure uguali, osservazione delle differenze in due figure simili, eseguire composizioni geometriche osservando un modello.
Due aspetti importanti sono l'organizzazione spaziale e quella temporale; la prima ci serve per orientarci nello spazio grafico del foglio, capire dove iniziare a scrivere e dove interrompersi, seguire un andamento lineare, mantenere una grandezza regolare delle lettere, orientarle correttamente.
La seconda è necessaria invece per rispettare una sequenza, sapere cosa viene prima e cosa dopo, mantenere un ritmo.
Si può aiutare il bambino stimolandolo a definire la posizione degli oggetti nell'ambiente in modo da consolidare o acquisire i concetti spaziali (sotto/sopra, alto/basso, vicino/lontano, davanti/dietro etc), copiare dei segni grafici rispettandone l'orientamento spaziale, riordinare racconti visivi evidenziando i concetti temporali (prima/dopo, mentre, improvvisamente, allo stesso tempo etc), ascoltare e riprodurre dei ritmi per comprendere la durata e la sequenzialità…
E' molto importante avere una buona consapevolezza corporea soprattutto per la gestione del tono e della postura durante le attività di scrittura e per controllare i distretti e le articolazioni coinvolte nei movimenti dell'arto superiore (spalla, gomito, polso); si possono fare giochi di imitazione posturale, di dissociazione e segmentazione dei movimenti delle dita, di rilassamento, rappresentare graficamente la figura umana focalizzando l'attenzione sulle parti del corpo implicate nella scrittura.
Per raggiungere una buona consapevolezza dello schema corporeo e un buon controllo del proprio corpo è necessario che ci siano adeguate competenze nell'ambito dell'equilibrio, statico e dinamico, e nella coordinazione oculo-manuale; generalmente il miglioramento di queste abilità si raggiunge tramite attività di motricità globale che piacciono molto ai bambini per cui è più semplice e motivante proporgliele.
Vengono dunque effettuati percorsi volti a migliorare l'equilibrio, attività con la palla per la coordinazione occhio-mano, andature diverse su tipi di terreni diversi e tutto ciò che si può inventare che coinvolga tutto il corpo.
All'età in cui un bambino inizia a scrivere (6-7 anni) ha una lateralità ben definita ossia utilizza in maniera più precisa e con maggiore forza un arto (come anche un orecchio, un occhio e un piede) rispetto all'altro; se ciò non avviene è necessario aiutare il bambino nella comprensione di quale sia la mano dominante e stimolarlo ad utilizzare sempre quella per scrivere.
La riabilitazione della scrittura consta di una parte propedeutica e una parte specifica; la prima si occupa di migliorare le abilità di base che sono quelle di cui abbiamo ora parlato: percezione visiva, organizzazione spazio-temporale, consapevolezza corporea, equilibrio e coordinazione oculo-manuale, lateralità.
La seconda invece, la parte specifica, è volta all'impostazione dei grafemi nel carattere scelto (stampato maiuscolo o corsivo) ponendo attenzione alla direzionalità del gesto grafico, alla pressione dello strumento sul foglio, allo spazio tra le parole.
Come abbiamo visto è necessario possedere molti prerequisiti per l'apprendimento della scrittura ma non dobbiamo mai dimenticare che il primo è la motivazione e il fine ultimo è la comunicazione per cui bisogna sempre porre al centro il bambino.


Intervista alla terapista: Il mio lavoro di Terapista dell'Età Evolutiva ha come oggetto il bambino. Questo è però inserito in una "rete" in cui i protagonisti sono in genere la famiglia e la scuola; è proprio dalle persone appartenenti a queste due categorie che mi piovono addosso una miriade di domande. Ho pensato quindi che potrebbe essere interessante condividere i dubbi di genitori e insegnanti e le risposte che diamo noi professionisti facenti parte dell'equipe.


Floriana Boffo: Mi chiamo Floriana Boffo, sono una Terapista della Neuropsicomotricità dell'Età Evolutiva. Ho conseguito la laurea a Roma presso l'Università La Sapienza con votazione di 110/110 e lode nel 2007 e da allora ho lavorato e lavoro tuttora in centri di riabilitazione convenzionati e privati dove valuto e tratto bambini con Disturbi dello Sviluppo. Ho conseguito un Master di primo livello in "Disturbi dell'Apprendimento Scolastico" e partecipato alla stesura delle linee guida sul trattamento dell'autismo presso l'istituto Superiore di sanità. Mi aggiorno costantemente tramite corsi e convegni sugli argomenti di maggiore interesse per la mia professione. Nel 2012 con alcuni colleghi ho aperto uno studio privato a Roma "Riabilitazione Monteverde".



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